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La divina commedia,Paradiso-Purgatorio,Dante Alighieri


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ISBN: Ostalo
Jezik: Italijanski
Autor: Strani

Knjige su upotrebljive,korice malo zaprljane (kao na slikama).
"Il Purgatorio è la seconda delle tre cantiche della Divina Commedia di Dante Alighieri. Le altre cantiche sono l`Inferno ed il Paradiso.

Il Purgatorio dantesco è diviso in Antipurgatorio, Purgatorio e Paradiso terrestre.

La struttura del Purgatorio segue la classificazione tomistica dei vizi dell`amore mal diretto, e non fa più riferimento a singole colpe. Esso è suddiviso in sette cornici, nelle quali si espiano i sette peccati capitali: superbia, invidia, ira, accidia, avarizia, gola, lussuria.


Dante incontra Matelda, litografia di Cairoli (1889).
A questa fanno da cornice, in apertura, l`Antipurgatorio, e in chiusura il Paradiso terrestre. Costruito specularmente all`Inferno, inteso quindi non più come voragine, ma come montagna, anche l`ordine dei peccati risulta capovolto: il cammino di Dante è infatti dal peccato più grave a quello più lieve (ancora una volta la lussuria, ovvero l`amore che eccede nella misura).

Il custode del Purgatorio è Catone l`Uticense, che viene presentato nel primo canto. Questo viene scelto da Dante per essere simbolo del valore morale della libertà politica.

Ogni cornice ha inoltre un custode angelico, e precisamente gli angeli dell`umiltà, della misericordia, della mansuetudine, della sollecitudine, della giustizia, dell`astinenza e della castità; in ogni cornice, inoltre, gli espianti hanno sotto gli occhi esempi del loro vizio punito e della virtù opposta. Giunto alle soglie del Paradiso terrestre, Virgilio deve abbandonare il poeta; alla guida di Dante si pone il poeta latino Stazio, che lo condurrà nel giardino celeste, dove lo accoglierà Matelda, a sua volta anticipazione dell`apparizione di Beatrice.

Le anime del Purgatorio sono già salve, ma prima di arrivare al Paradiso, per espiare i propri peccati, devono salire il monte come facevano ai tempi di Dante i pellegrini che per far penitenza partivano per Roma o per Santiago di Compostela. Ogni anima deve dunque percorrere tutto il cammino e purificarsi in ogni cornice del peccato corrispondente; ma per facilitare l`incontro con determinati personaggi, il poeta li colloca nella cornice propria del loro peccato più rilevante.

Il Purgatorio ha la funzione specifica di espiazione, riflessione e pentimento, ed è solo attraverso il cammino, quindi il pellegrinaggio verso Dio, che l`anima può aspirare alla redenzione. Questo vale anche per Dante, che all`inizio ha incise sulla fronte sette P, simbolo dei sette peccati capitali; alla fine di ciascuna cornice l`ala dell`angelo guardiano cancella la P indicando così che quella specifica espiazione è compiuta. Virgilio, nel canto XVII del Purgatorio (vv. 91-139), spiega l`ordinamento morale del secondo regno ultraterreno. Anche qui, come nell`Inferno, i peccatori sono divisi in tre grandi categorie a seconda che la loro colpa sia stata determinata da:

malo obietto, cioè scelte rivolte al male (superbia, invidia, ira);
poco di vigore nel perseguire il bene (accidia);
troppo di vigore nel perseguire i beni materiali (avarizia e prodigalità, gola e lussuria).
Sulla cima della montagna Dante colloca il Paradiso terrestre la cui amena selva che lo ricopre è in posizione simmetrica rispetto alla selva oscura dell`Inferno. Qui il ciclo di purificazione viene completato con l`immersione nelle acque del fiume Letè, che annulla il ricordo delle colpe, e dell`Eunoè, che vivifica il ricordo del bene compiuto nell`esistenza terrena."

Paradiso

Lo stesso argomento in dettaglio: Paradiso (Divina Commedia) e Cieli del Paradiso.
Libero da tutti i peccati, adesso Dante può ascendere al Paradiso e, accanto a Beatrice, vi accede volando ad altissima velocità. Egli sente tutta la difficoltà di raccontare questo trasumanare, andare cioè al di là delle proprie condizioni terrene, ma confida nell`aiuto dello Spirito Santo (il buon Apollo) e nel fatto che il suo sforzo descrittivo sarà continuato da altri nel tempo (Poca favilla gran fiamma seconda... canto I, 34).


Philipp Veit (1793-1887): San Bernardo di Chiaravalle
Il Paradiso è composto da nove cieli concentrici, al cui centro sta la Terra; in ognuno di questi cieli, dove risiede un pianeta diverso, stanno i beati, più vicini a Dio a seconda del loro grado di beatitudine. In verità, Dante capirà in seguito che le anime del Paradiso si trovano tutte nell`Empireo, a contemplare Dio, e vengono incontro a lui nei vari cieli secondo il loro grado di beatitudine, per l`amore che nutrono per lui e spiegare i vari misteri sacri. Inoltre, nessun`anima desidera una condizione migliore di quella che già ha, poiché la carità non permette di desiderare altro se non quello che si ha, e non possono far altro che volere ciò che Dio vuole (`in sua volontade è nostra pace`, dice Piccarda); Dio, al momento della nascita, ha donato secondo criteri inconoscibili ad ogni anima una certa quantità di grazia, ed è in proporzione a questa che esse godono diversi livelli di beatitudine. Prima di raggiungere il primo cielo i due attraversano la Sfera di Fuoco.

Nel primo cielo, quello della Luna, stanno coloro che mancarono ai voti fatti (Angeli); nel secondo, il cielo di Mercurio, risiedono coloro che in Terra fecero del bene per ottenere gloria e fama, non indirizzandosi al bene divino (Arcangeli); nel terzo cielo, quello di Venere, stanno le anime degli spiriti amanti (Principati); nel quarto, il cielo del Sole, gli spiriti sapienti (Potestà); nel quinto, il cielo di Marte, gli spiriti militanti dei combattenti per la fede (Virtù); e nel sesto, il cielo di Giove, gli spiriti governanti giusti (Dominazioni)


Dante e Beatrice rivolti verso l`Empireo (Gustave Doré)
Giunti al settimo cielo, quello di Saturno dove risiedono gli `spiriti contemplativi` (Troni), Beatrice non sorride più, come invece aveva fatto finora; il suo sorriso, infatti, da qui in poi, a causa della vicinanza a Dio, sarebbe per Dante insopportabile alla vista, tanto luminoso risulterebbe. In questo cielo risiedono gli spiriti contemplativi, e da qui Beatrice innalza Dante fino al cielo delle Stelle fisse, dove non sono più ripartiti i beati, ma nel quale si trovano le anime trionfanti, che cantano le lodi di Cristo e della Vergine Maria, che qui Dante riesce a vedere; da questo cielo, inoltre, il poeta osserva il mondo sotto di sé, i sette pianeti e i loro moti e la Terra, piccola e misera in confronto alla grandezza di Dio (Cherubini). Prima di proseguire Dante deve sostenere una sorta di `esame` in Fede, Speranza, Carità, da parte di tre esaminatori particolari: San Pietro, San Giacomo e San Giovanni. Quindi, dopo un ultimo sguardo al pianeta, Dante e Beatrice assurgono al nono cielo, il Primo mobile o Cristallino, il cielo più esterno, origine del movimento e del tempo universale (Serafini).

In questo luogo, sollevato lo sguardo, Dante vede un punto luminosissimo, contornato da nove cerchi di fuoco, vorticanti attorno ad esso; il punto, spiega Beatrice, è Dio, e attorno a lui stanno i nove cori angelici, divisi per quantità di virtù. Superato l`ultimo cielo, i due accedono all`Empireo, dove si trova la rosa dei beati, una struttura a forma di anfiteatro, sul gradino più alto della quale sta la Vergine Maria. Qui, nell`immensa moltitudine dei beati, risiedono i più grandi santi e le più importanti figure delle Sacre Scritture, come Sant`Agostino, San Benedetto, San Francesco, e inoltre Eva, Rachele, Sara e Rebecca.

Da qui Dante osserva finalmente la luce di Dio, grazie all`intercessione di Maria alla quale San Bernardo (guida di Dante per l`ultima parte del viaggio) aveva chiesto aiuto perché Dante potesse vedere Dio e sostenere la visione del divino, penetrandola con lo sguardo fino a congiungersi con Lui, e vedendo così la perfetta unione di tutte le realtà, la spiegazione del tutto nella sua grandezza. Nel punto più centrale di questa grande luce, Dante vede tre cerchi, le tre persone della Trinità, il secondo del quale ha immagine umana, segno della natura umana, e divina allo stesso tempo, di Cristo. Quando egli tenta di penetrare ancor più quel mistero il suo intelletto viene meno, ma in un excessus mentis[15] la sua anima è presa da un`illuminazione e si placa, realizzata dall`armonia che gli dona la visione di Dio, de l`amor che move il sole e l`altre stelle."

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Predmet: 75267133
Knjige su upotrebljive,korice malo zaprljane (kao na slikama).
"Il Purgatorio è la seconda delle tre cantiche della Divina Commedia di Dante Alighieri. Le altre cantiche sono l`Inferno ed il Paradiso.

Il Purgatorio dantesco è diviso in Antipurgatorio, Purgatorio e Paradiso terrestre.

La struttura del Purgatorio segue la classificazione tomistica dei vizi dell`amore mal diretto, e non fa più riferimento a singole colpe. Esso è suddiviso in sette cornici, nelle quali si espiano i sette peccati capitali: superbia, invidia, ira, accidia, avarizia, gola, lussuria.


Dante incontra Matelda, litografia di Cairoli (1889).
A questa fanno da cornice, in apertura, l`Antipurgatorio, e in chiusura il Paradiso terrestre. Costruito specularmente all`Inferno, inteso quindi non più come voragine, ma come montagna, anche l`ordine dei peccati risulta capovolto: il cammino di Dante è infatti dal peccato più grave a quello più lieve (ancora una volta la lussuria, ovvero l`amore che eccede nella misura).

Il custode del Purgatorio è Catone l`Uticense, che viene presentato nel primo canto. Questo viene scelto da Dante per essere simbolo del valore morale della libertà politica.

Ogni cornice ha inoltre un custode angelico, e precisamente gli angeli dell`umiltà, della misericordia, della mansuetudine, della sollecitudine, della giustizia, dell`astinenza e della castità; in ogni cornice, inoltre, gli espianti hanno sotto gli occhi esempi del loro vizio punito e della virtù opposta. Giunto alle soglie del Paradiso terrestre, Virgilio deve abbandonare il poeta; alla guida di Dante si pone il poeta latino Stazio, che lo condurrà nel giardino celeste, dove lo accoglierà Matelda, a sua volta anticipazione dell`apparizione di Beatrice.

Le anime del Purgatorio sono già salve, ma prima di arrivare al Paradiso, per espiare i propri peccati, devono salire il monte come facevano ai tempi di Dante i pellegrini che per far penitenza partivano per Roma o per Santiago di Compostela. Ogni anima deve dunque percorrere tutto il cammino e purificarsi in ogni cornice del peccato corrispondente; ma per facilitare l`incontro con determinati personaggi, il poeta li colloca nella cornice propria del loro peccato più rilevante.

Il Purgatorio ha la funzione specifica di espiazione, riflessione e pentimento, ed è solo attraverso il cammino, quindi il pellegrinaggio verso Dio, che l`anima può aspirare alla redenzione. Questo vale anche per Dante, che all`inizio ha incise sulla fronte sette P, simbolo dei sette peccati capitali; alla fine di ciascuna cornice l`ala dell`angelo guardiano cancella la P indicando così che quella specifica espiazione è compiuta. Virgilio, nel canto XVII del Purgatorio (vv. 91-139), spiega l`ordinamento morale del secondo regno ultraterreno. Anche qui, come nell`Inferno, i peccatori sono divisi in tre grandi categorie a seconda che la loro colpa sia stata determinata da:

malo obietto, cioè scelte rivolte al male (superbia, invidia, ira);
poco di vigore nel perseguire il bene (accidia);
troppo di vigore nel perseguire i beni materiali (avarizia e prodigalità, gola e lussuria).
Sulla cima della montagna Dante colloca il Paradiso terrestre la cui amena selva che lo ricopre è in posizione simmetrica rispetto alla selva oscura dell`Inferno. Qui il ciclo di purificazione viene completato con l`immersione nelle acque del fiume Letè, che annulla il ricordo delle colpe, e dell`Eunoè, che vivifica il ricordo del bene compiuto nell`esistenza terrena."

Paradiso

Lo stesso argomento in dettaglio: Paradiso (Divina Commedia) e Cieli del Paradiso.
Libero da tutti i peccati, adesso Dante può ascendere al Paradiso e, accanto a Beatrice, vi accede volando ad altissima velocità. Egli sente tutta la difficoltà di raccontare questo trasumanare, andare cioè al di là delle proprie condizioni terrene, ma confida nell`aiuto dello Spirito Santo (il buon Apollo) e nel fatto che il suo sforzo descrittivo sarà continuato da altri nel tempo (Poca favilla gran fiamma seconda... canto I, 34).


Philipp Veit (1793-1887): San Bernardo di Chiaravalle
Il Paradiso è composto da nove cieli concentrici, al cui centro sta la Terra; in ognuno di questi cieli, dove risiede un pianeta diverso, stanno i beati, più vicini a Dio a seconda del loro grado di beatitudine. In verità, Dante capirà in seguito che le anime del Paradiso si trovano tutte nell`Empireo, a contemplare Dio, e vengono incontro a lui nei vari cieli secondo il loro grado di beatitudine, per l`amore che nutrono per lui e spiegare i vari misteri sacri. Inoltre, nessun`anima desidera una condizione migliore di quella che già ha, poiché la carità non permette di desiderare altro se non quello che si ha, e non possono far altro che volere ciò che Dio vuole (`in sua volontade è nostra pace`, dice Piccarda); Dio, al momento della nascita, ha donato secondo criteri inconoscibili ad ogni anima una certa quantità di grazia, ed è in proporzione a questa che esse godono diversi livelli di beatitudine. Prima di raggiungere il primo cielo i due attraversano la Sfera di Fuoco.

Nel primo cielo, quello della Luna, stanno coloro che mancarono ai voti fatti (Angeli); nel secondo, il cielo di Mercurio, risiedono coloro che in Terra fecero del bene per ottenere gloria e fama, non indirizzandosi al bene divino (Arcangeli); nel terzo cielo, quello di Venere, stanno le anime degli spiriti amanti (Principati); nel quarto, il cielo del Sole, gli spiriti sapienti (Potestà); nel quinto, il cielo di Marte, gli spiriti militanti dei combattenti per la fede (Virtù); e nel sesto, il cielo di Giove, gli spiriti governanti giusti (Dominazioni)


Dante e Beatrice rivolti verso l`Empireo (Gustave Doré)
Giunti al settimo cielo, quello di Saturno dove risiedono gli `spiriti contemplativi` (Troni), Beatrice non sorride più, come invece aveva fatto finora; il suo sorriso, infatti, da qui in poi, a causa della vicinanza a Dio, sarebbe per Dante insopportabile alla vista, tanto luminoso risulterebbe. In questo cielo risiedono gli spiriti contemplativi, e da qui Beatrice innalza Dante fino al cielo delle Stelle fisse, dove non sono più ripartiti i beati, ma nel quale si trovano le anime trionfanti, che cantano le lodi di Cristo e della Vergine Maria, che qui Dante riesce a vedere; da questo cielo, inoltre, il poeta osserva il mondo sotto di sé, i sette pianeti e i loro moti e la Terra, piccola e misera in confronto alla grandezza di Dio (Cherubini). Prima di proseguire Dante deve sostenere una sorta di `esame` in Fede, Speranza, Carità, da parte di tre esaminatori particolari: San Pietro, San Giacomo e San Giovanni. Quindi, dopo un ultimo sguardo al pianeta, Dante e Beatrice assurgono al nono cielo, il Primo mobile o Cristallino, il cielo più esterno, origine del movimento e del tempo universale (Serafini).

In questo luogo, sollevato lo sguardo, Dante vede un punto luminosissimo, contornato da nove cerchi di fuoco, vorticanti attorno ad esso; il punto, spiega Beatrice, è Dio, e attorno a lui stanno i nove cori angelici, divisi per quantità di virtù. Superato l`ultimo cielo, i due accedono all`Empireo, dove si trova la rosa dei beati, una struttura a forma di anfiteatro, sul gradino più alto della quale sta la Vergine Maria. Qui, nell`immensa moltitudine dei beati, risiedono i più grandi santi e le più importanti figure delle Sacre Scritture, come Sant`Agostino, San Benedetto, San Francesco, e inoltre Eva, Rachele, Sara e Rebecca.

Da qui Dante osserva finalmente la luce di Dio, grazie all`intercessione di Maria alla quale San Bernardo (guida di Dante per l`ultima parte del viaggio) aveva chiesto aiuto perché Dante potesse vedere Dio e sostenere la visione del divino, penetrandola con lo sguardo fino a congiungersi con Lui, e vedendo così la perfetta unione di tutte le realtà, la spiegazione del tutto nella sua grandezza. Nel punto più centrale di questa grande luce, Dante vede tre cerchi, le tre persone della Trinità, il secondo del quale ha immagine umana, segno della natura umana, e divina allo stesso tempo, di Cristo. Quando egli tenta di penetrare ancor più quel mistero il suo intelletto viene meno, ma in un excessus mentis[15] la sua anima è presa da un`illuminazione e si placa, realizzata dall`armonia che gli dona la visione di Dio, de l`amor che move il sole e l`altre stelle."
75267133 La divina commedia,Paradiso-Purgatorio,Dante Alighieri

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